Il compito di un Governo è quello di non creare differenze tra i cittadini.

Uno Stato, se così si definisce, ha un Governo che regola la vita dei cittadini. Il compito di un Governo è quello di non creare differenze tra i cittadini. Nessuno, secondo gli articoli della Nostra Costituzione, deve e può differenziare la vita dei cittadini anzi, chi governa deve attuare tutta una serie di misure al fine di alleviare le differenziazioni nella vita di un popolo.

Invece, troppe sono le differenziazioni che i vari governi hanno messo in atto creando, di fatto, cittadini di serie A e cittadini di serie B per non dire di serie C. Lo Stato, per poter governare ha a suo carico molti dipendenti o meglio, usufruisce del lavoro di molti lavoratori. Cittadini, in certi casi lautamente stipendiati, dall'altro canto, molti di questi lavoratori, sono costretti a lavorare con stipendi non certamente gratificanti. Quest'ultima massa di lavoratori sono coloro che, con senso di abnegazione operano tutti i santi giorni affinché si garantiscono i famosi servizi detti primari, vedi: sanità, scuola, sicurezza, impiegati, vigili del fuoco e via dicendo. Questi lavoratori, molte volte hanno delle paghe insufficienti che, in taluni casi, non gli permettono una vita decorosa, stessa cosa succede nel privato. Coloro che con il proprio lavoro garantiscono la quotidianità della vita di tutti i giorni sono trattati a pesci in faccia. Questi lavoratori sono costretti, a loro malgrado, a garantire dei servizi senza che questi abbiano un riconoscimento economico adeguato per poter avere un'esistenza dignitosa.

Nel mondo del lavoro privato, ci sono ed esistono alcune leggi che gli imprenditori devono rispettare in campo economico. Pagare gli stipendi alla scadenza stabilita, riconoscere gli straordinari, riconosce le ferie ed in fine, riconosce al lavoratore il trattamento di fine rapporto ( TFR ). Soprattutto, l'imprenditore deve pagare per intero i contributi dei suoi dipendenti. Se tutto ciò non dovesse accadere, i lavoratori, tramite i sindacati o tramite dei legali, possono far valere le proprie ragioni. Se un'impresa privata, dovesse avere delle difficoltà economiche, essa è costretta a dover avviare una trattativa coi sindacati ( parti sociali ). Nel caso in cui, questo imprenditore non riuscisse a pagare il TFR, i lavoratori potrebbero chiedere il fallimento di quell'impresa essendo loro dei creditori privilegiati. Nel momento che l'imprenditore non dovesse pagare i contributi, lo stesso imprenditore verrebbe processato, in quanto egli ha violato delle leggi. Il tutto viene regolato con delle leggi proposte da un Governo e votate dal Parlamento.

Queste leggi valgono anche per i dipendenti statali? Forse si, forse no. Forse si per quelle figure che rivestono dei ruoli primari dirigenziali, in sostanza, quelle persone che ricoprono ruoli dirigenziali di alto profilo. Per il resto della ciurma le regole, in molti casi, sono diverse. In alcuni casi gli straordinari sono remunerati in minima parte o meglio, vengono pagati a distanza di mesi, le restanti ore, dovrebbero essere recuperate con dei riposi compensativi. Se un dipendente dovesse rifiutare di fare degli straordinari, potrebbe essere accusato di interruzione di pubblico servizio. Anche nel privato accade una cosa simile. Il dipendente verrebbe accusato di abbandono del posto di lavoro. Tutti noi sappiamo che lo straordinario è un qualcosa in più che si chiede al lavoratore e quindi dovrebbe essere una norma facoltativa che spetta al lavoratore se accettarla. Ma così non è, più delle volte è una quotidianità.

Altra questione. Siamo sicuri che lo Stato paghi i contributi dei suoi dipendenti? Molte volte ho sentito che i contributi dello Stato sono figurativi. Qualcuno potrebbe spiegare cosa vuol dire figurativi? Per il cittadino della strada, quando sente che i contributi dello stato sono figurativi, vuol dire che lo Stato li scrive e che in realtà non li versa. Se così fosse, vuol dire che lo Stato commette un abuso e quindi è sanzionabile pur conoscendo il sistema dei bilanci compensativi statali. Altra questione che sorge è: se lo Stato segna questi contributi detti figurativi commette un altro abuso ed è il falso in bilancio. Lo Stato dichiara di averli versati ma in realtà non li versa. Altra considerazione. Perché lo Stato paga il fine rapporto a distanza di anni e a volte a rate? Se lo dovesse fare un imprenditore privato, questo signore deve per forza di cose trovare un accordo coi sindacati e comunque sia, i lavoratori devono essere d'accordo. Nel caso contrario, i lavoratori possono chiedere il fallimento di quell'imprenditore. Lo Stato no, per ovviare la questione ha trasformato il TFR in TFS TRATTAMENTO DI FINE SERVIZIO. Chiamatelo come volete, la sostanza non cambia, sempre di TFR parliamo e cioè, quella quota di stipendio che i lavoratori versano ogni mese con il proprio lavoro. In un Paese normale potremmo dire che lo Stato si appropria di soldi non suoi e che nel momento in cui il suo lavoratore termina la sua attività lavorativa, lo Stato gli deve versare il dovuto accumulato in anni di servizio. Questo non accade per via di alcune leggi fatte e votate che sono in palese contrasto con i dettami costituzionali. Esiste anche la ciliegina sulla torta. Se il dipendente pubblico volesse avere il TFS in anticipo lo può fare, lo chiede all'INPS il quale applicherà un 3% di interessi sulla somma che il richiedente deve avere. Cosa assai assurda. Invece di avere una rivalutazione del capitale versato, il richiedente deve pagare degli interessi. Lo stato, per molti anni, ha usufruito di quei soldi gestendoli a suo piacimento. Denari non suoi ma di quei lavoratori che, tra mille difficoltà, hanno garantito dei servizi essenziali per tutta la comunità. In sostanza, questi lavoratori sono costretti a pagare due volte le tasse e, se non lo volessero fare, devono aspettare i comodi di uno Stato gestito in un modo non certamente corretto. Due pesi e due misure, se da una parte i lavoratori possono chiedere il fallimento dell'imprenditore, dall'altra parte gli stessi lavoratori non possono chiedere nulla anzi, se volessero avere ciò che gli spetta devono pagare degli interessi.

Questo è un tema, sul quale, Noi del Partito Unione Nazionale Italiana continueremo a porre delle domande fino a quando qualcuno non ci darà delle risposte esaustive e convincenti.

Altra domanda, se quei contributi sono figurativi, e per l'uomo della strada vuol dire che lo Stato non li ha versati, chi le paga in realtà le pensioni? Tutti dicono l'INPS, l'INPDAP e l'INPS e l'INPDAP da dove prendono questi soldi se in realtà non sono stati versati? Qui, forse, ci troviamo di fronte ad un falso in bilancio che dura da molti anni, diverse decine di lustri. Alla fine dove finiscono tutti questi denari? Se poi lo Stato non ha mai risorse per dare del vero sollievo ai suoi già martoriati cittadini? Domande che sicuramente non avranno una risposta degna di un Paese Civile.

Noi del Partito Unione Nazionale Italiana continueremo con le nostre battaglie al fine di dare Dignità al Nostro Meraviglioso Popolo.

Cosimo Damiano Cartellino Presidente del Partito Unione Nazionale Italiana
Mauro Biolcati Segretario Nazionale del Dipartimento di Economia e Finanza del Partito Unione Nazionale Italiana

N.B: Ribadiamo inoltre che è necessario urgentemente sostituire tutti i responsabili della sinistra collocati in varie parti di tutti i ministeri e dei dicasteri da cui l’Italia viene governata dal 1968 ad settembre 2022 compreso e soprattutto la comunicazione televisiva e radiofonica gestita dalla RAI. La corruzione della sinistra italiana deve scomparire dall’Italia perchè porta solo disonore alla nostra Patria e al popolo italiano.

Non possiamo ancora sopportare tali disfunzioni anomale in un Paese di vera democrazia e non di democrazia camuffata dal comunismo distruttivo.


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