AMBIENTE MARINO e pianeta Terra: SOTTO SCACCO

Il mare produce più del 50% dell’ossigeno, ma è sovra-sfruttato e inquinato da varie fonti; ha bisogno di aree protette e tempi di rigenerazione sotto i quali non si può scendere; qualora sia lecito, ci chiediamo grazie alla sensibilità e apertura mentale del presidente Damiano Cosimo Cartellino, se lo stato della ricerca per la vita nello spazio sia abbastanza avanzato da prendere con leggerezza i problemi ambientali del nostro bel pianeta. La riflessione va alle parole di un grande filosofo, Herbert Marcuse; egli parlò in tempi non sospetti della discutibile bontà della scelta di investire risorse per abitare lo spazio, diceva, non sarebbe meglio investire le ingenti destinatevi per migliorare lo stato del nostro pianeta? Per noi ad oggi la questione prende un'altra piega, legata al fatto che manca poco prima che i danni causati dalla società siano a senso unico.

di Elettra Nicodemi

Un pericolo ambientale si staglia all’orizzonte delle nostre vite, quello che riguarda il mare, o meglio l’ambiente marino, le problematiche che riguardano i cambiamenti climatici infatti si riflettono nel mare con diversi risvolti.

Uno di questi è l’inquinamento che si appaia con la rovina degli habitat e l’impoverimento di biodiversità.

Un altro è lo sfruttamento selvaggio delle risorse che porta con sé il sottrarre al mare i tempi di ripristino dell’equilibrio; il rischio reale è l’aumento dell’acidificazione oltreché quello ben noto dell’incremento della temperatura, allo stesso modo la perdita dell’ossigeno è un vero problema che riguarda non solo le creature marine, ma anche tutti noi, infatti oltre il 50% dell’ossigeno che compone l’aria che noi respiriamo proviene dalle piante acquatiche.

Il fitoplacton è una risorsa fondamentale per la sopravvivenza dell’ecosistema del nostro pianeta.

Il tempo a nostra disposizione per invertire la tendenza è breve e sarebbe bene prendere in considerazione la nostra responsabilità personale quotidiana rispetto al ridurre le azioni che provocano inquinamento; si tratta di consapevolezza oltreché di responsabilità civica e di benessere.

In conto è bene tenere anche il fatto che la nostra generazione ha l’obbligo di consegnare a quella che ci succederà un mondo ancora vivibile, riflettendo su quanto è bello il nostro pianeta Terra.

Senza tralasciare in maniera irrealistica la possibilità di vita nello spazio o su altri pianeti è bene pensare a qual è lo stato della ricerca e del progresso negli impianti tecnologici che rendono possibile e supportano la vita nello spazio, così come nelle eventuali basi lunari o marziane, nei veicoli di transito e negli avamposti orbitanti.

Integrare le piante nei sistemi biorigenerativi per lo spazio è uno scenario che richiede ancora tempo e dobbiamo iniziare a entrare nell’ottica di idee che ciò che si spende per la ricerca si deve spendere a maggior ragione per salvaguardare e recuperare il nostro bel pianeta, senza il quale nulla è possibile per l’uomo.

Ridurre drasticamente l’emissione di anidride carbonica nell’aria e evitare al massimo e quotidianamente l’utilizzo di plastica è oggi davvero importante, fondamentale.

Italia, 06 luglio 2020    

articolo scritto dalla nostra Giornalista, Dott.ssa Elettra Nicodemi

Capo Redattrice Ufficio Stampa Presidenza del Partito Unione Nazionale Italiana