Divisione sociale inaudita

Siamo veramente molto stufi dei teatrini dei partiti al governo che fanno finta di opporsi e/o di avere a cuore le ragioni di chi la pensa diversamente e poi, immancabilmente, in Consiglio votano tutti o quasi all'unanimità. La coerenza delle persone non esiste più.

Noi non condividiamo le misure adottate nel tempo perché i dati ci dicono che la campagna, specie nei periodi freddi, non ferma i contagi nonostante un elevato numero di adesioni (oltre i 2/3) e pure il discorso che "così si evitano le conseguenze letali", è tutto da dimostrare, perché il calo probabilmente è riconducibile ad altri fattori (endemizzazione, migliori cure, resistenza naturale, etc), senza contare i decessi imputati al male che in diversi casi sarebbero da ricondurre ad altre malattie diverse dal coronavirus.

Siamo molto contrari all'istigazione vergognosa della divisione sociale creata negli ultimi mesi. Siamo profondamente addolorati e vicini alle famiglie di tutte le persone che hanno avuto  reazioni avverse (che non sono state poche) e non condividiamo il grande silenzio di questi casi.
Viviamo in una nazione all'avanguardia in ambito sanitario e tecnologico e gli strumenti di cura ci sono, occorre semplicemente attuarli.

Siamo esterefatti dell'odio verso coloro che la pensano diversamente, tra i quali medici, insegnanti, professionisti, persone non invasati o pericolosi terroristi (categorie non estranee al campo avverso) ma persone con idee diverse e un pensiero critico, che oggi sono oggetto di un linciaggio sociale aberrante.

Da entrambi gli "schieramenti" abbiamo notato un grande fanatismo e un'intolleranza inaudita: finirà tutto questo, ma non il fatto che con loro non avremo nulla da spartire, sareste gente che avrebbe venduto gli ebrei ai nazisti in tempo di guerra.

Siete un totale fallimento prima ancora umano e sociale, oltre che sanitario, che lascerà ferite gravissime nella nostra società e che ha compromesso principi fondamentali del nostro ordinamento, assieme a fiducia nel prossimo, nelle istituzioni e negli organi d'informazione.

Povera Italia.