Draghi il Salvatore?

No, ma teniamo aperto il dialogo.

Fare politica oggi non è facile, non è banale e purtroppo non è da tutti, infatti alcuni si trincerano dietro l’ormai solito, “no, noi non siamo d’accordo” e li si chiudono definitivamente, lavandosi le mani del resto, scordandosi che comportarsi da capricciosi, non è fare politica adulta. Unico spiraglio dei “signorini no” sarebbe di passare dal loro buchino della serratura e fare quello che vorrebbero loro o meglio quello che pretendono senza poi in realtà fornire un’alternativa né valida né comprensibile, ma solo per demagogia e per la comodità di potersi poi presentare di rimpallo come i vecchi saggi del “noi l'avevamo detto, tié”.

Noi di Partito Unione Nazionale Italiana pensiamo piuttosto che la cosa migliore sarebbe andare alle urne, ma capiamo anche che questo purtroppo, malauguratamente non si realizzerà a breve e crediamo che sia per due sporchi motivi, -uno- che la maggior parte degli scranni in Parlamento è in bilico e nessuno di quelli che sono là vorrebbe perdere la poltrona e -due- perché ci sono interessi a lunga scadenza come quelli legati al rinnovo della carica presidenziale dello Stato.

Tuttavia è opportuno considerare allo stesso tempo altre due cose: Draghi è una personalità che ha un largo consenso su molti piani politici e Conte sembra aver finito tutte le carte.

Dunque cercare di evitare la chiusura nei confronti del banchiere e politico italiano e riconoscere la sua carriera politica per quello che è stata fino ad oggi, mostra una posizione di comprensione e lucidità, sicuramente più costruttiva sia nel breve che nel lungo periodo rispetto a quella di altri al governo per coalizioni destro-sinistrorse di strani colori.