“Fine Vita” una riflessione etica e bioetica.

In sordina rispetto all’attenzione mediatica incentrata piuttosto su faccende sanitarie legate al Corona Virus, va avanti una questione che è sia sanitaria che etica o per meglio dire bioetica. Alziamo il sipario su una prospettiva che potrebbe spiacevolmente sfuggire di mano e che riguarda la volontà personale. Poi una riflessione sociale e morale: parliamo del “fine vita” e della nuova giurisprudenza sul tema, con un occhio attento anche agli altri paesi.

di Elettra Nicodemi

Così nel mentre non si fa altro che parlare di Coronavirus e sobillare emergenze di vario tipo, non vogliamo finire per dimenticare questioni importanti che fanno parte -insieme con il loro giudizio- del nostro patrimonio culturale oltreché etico e umano. Il presidente del Partito Unione Nazionale, Damiano Cosimo Cartellino, con la sua sensibilità rivolta a tutte le vicende del territorio nazionale, fa particolare attenzione anche alla nuova giurisprudenza in merito ai casi di suicidio assistito o più in generale di “fine vita” di cui non abbiamo affatto sentito parlare negli ultimi tempi se non in maniera del tutto marginale e legata all’ultima udienza del processo a Mina Welby e Marco Cappato.

Resta aperta la percezione di una necessità di legislare in maniera ponderata e più accurata su queste casistiche che toccano la sensibilità di ognuno di noi, sebbene ci siano già norme di diritto che prevedono ad esempio sanzioni penali (da 5 a 12 anni di reclusione) per chi aiuta a mettere fine a “sofferenze insopportabili” e che esistono già terapie del dolore che permettono una certa dignità e un certo sollievo anche in casi terminali.

Ricordiamo anche che in altri paesi le cose stanno molto diversamente e che -tragicamente- il ritmo delle richieste per cliniche estere che perpetrano il fine vita risulta da fonte, aumentato negli ultimi tempi; sappiamo inoltre che purtroppo in Germania è stata legalizzata dalla Corte Costituzionale la scelta di fine vita indipendentemente da malattie.

Le conseguenze delle chiusure totali dette lockdown, non sono solo legate a problemi economici ma anche psicologici e di nuovo etici e, sottovalutare queste componenti sarebbe del tutto superficiale oltreché irrealistico. Così come, trascurare l’aiuto sociale e umano verso persone che decidono arbitrariamente per il suicidio è non solo disumano, ma anche di una crudeltà bestiale, da cui dobbiamo difenderci. Questa eventualità che si prospetta in paesi come la Germania, mostra che il sistema sociale e economico fagocita i suoi stessi componenti, permettendo addirittura la loro dipartita dalla vita e ciò non deve accadere e non potrebbe nemmeno essere accettabile come dato di fatto, perché solo quando ci scordiamo di essere -umani- allora abbiamo davvero perso tutto. Chiediamo di cercare di restare uniti di fronte a certe incomprensibili e orribili barbarie.

Italia, 31 luglio 2020    

articolo scritto dalla nostra Giornalista, Dott.ssa Elettra Nicodemi

Capo Redattrice Ufficio Stampa Presidenza del Partito Unione Nazionale Italiana