I nostri diritti saranno aboliti?

In questi giorni, si è molto parlato della questione nascite " famiglia ". I costi per un Paese come l'Italia sono la mancanza di un P.I.L. pari al 25%, se prendiamo in considerazione gli anni trascorsi la percentuale aumenta in maniera esponenziale. Se poi analizziamo dei dati, possiamo vedere che in Germania negli ultimi vent'anni il potere d'acquisto è aumentato del 34,7% mentre in Italia è sceso del 2,9%. Con queste premesse è molto difficile fare figli e formare delle famiglie.
Per far capire, la gravità del problema, bisogna fare un'analisi ben approfondita e capire da dove nascono i problemi, oltre a ciò, capire quali sono state le scelte politiche passate ed attuate negli anni le quali hanno amplificato il problema sia sotto l'aspetto socio-fiscale che economico.

Il problema delle mancate nascite nel nostro Paese inizia nella metà degli anni ottanta, quando una certa ideologia liberale-liberista, turbo-capitalistica ha di fatto monopolizzato il pensiero e le abitudini dei popoli, dimenticando di fatto l'essere umano come elemento principale di tutte le economie industrializzate. L'idea del profitto e dell'egemonia di alcuni centri di potere, ha fatto sì che i principali obiettivi e quindi, le agende politiche degli Stati, fossero improntate su altri orizzonti e non certo volte alla tutela della persona e delle famiglie, nucleo fondante di una società emancipata e progredita.
L'analisi di questo fenomeno non può essere fatta se non si conoscono le cause e le volontà della " Gerontocrazia Finanziaria ", la quale, per anni, ha determinato le scelte economiche mondiali con la " Globalizzazione ", fenomeno nato per sfruttare e non per emancipare i popoli in quanto l'idea è sempre stata la " Massimizzazione del Profitto ", per arrivare a tale obiettivo, questi signori hanno creato delle crisi finanziarie che hanno, a sua volta, coinvolto il sistema economico produttivo in sintesi l'occupazione umana, in poche parole " Il diritto ad un lavoro dignitoso ".
Questi elementi, infarciti da regole assurde e perpetue effettuate dalla Comunità Europea, hanno fatto sì che la popolazione europea divenisse anziana-vecchia, senza che ci fosse un cambio generazionale naturale. Queste politiche infauste hanno dato un potere smisurato alle industrie del farmaco, queste citate industrie negli anni hanno sviluppato affari d'oro per curare una popolazione sempre più bisognosa di cure.
Altro contesto sono le politiche fiscali intraprese negli anni in Italia e non solo. I continui tagli ai servizi e al sostegno delle famiglie vedi: assegni familiari, asili nido, scuole, sanità, stipendi dignitosi e via dicendo, hanno di fatto disincentivato la volontà di formare una famiglia e di creare una discendenza. Un tempo, non molto remoto, questa discendenza era chiamata prole e, per certi versi, era la ricchezza di alcune famiglie. Oggi, con la mancanza della prole, le società si impoveriscono e creano un danno economico pari al 25% del P.I.L. Nazionale, questa mancanza di ricchezza qualcuno pensa di ripristinarla con la finanza, in sostanza, l'essere umano non è più l'elemento fondante della società.
La nostra classe dirigente politica ha di fatto abdicato la sua missione sociale-economica all'impero della finanza, ha delegato al mercato turbo capitalistico le scelte economiche-sociali di intere generazioni le quali, sono entrate in una spirale senza via d'uscita dove la massimizzazione del profitto ha generato la perdita dei valori umani, compito primario della politica era quello di determinare delle regole per evitare futuri disastri economici così non è stato ed oggi, noi ne paghiamo le conseguenze. In questo marasma economico -sociale, lo Stato in primis ha limitato gli investimenti per via di una politica monetaria criminale, la quale, ha indebitato gli Stati Sovrani, se così li possiamo ancora chiamare, all'inverosimile. L'Europa, tramite i suoi burocrati, certamente non eletti dai vari popoli, hanno inserito nelle agende politiche dei vari Stati, delle regole insulse e distruttive, dove emerge la sola volontà della classe dominate-finanziaria, la stessa che sta cercando di egemonizzare il suo illimitato potere. Il tutto nasce dalla metà degli anni ottanta sino ad arrivare ai giorni nostri.
Mai un Governo ha effettivamente emanato leggi in favore della natalità. Mai un Governo ha fatto delle riforme, in specie quelle fiscali a misura d'uomo, capaci di dare un senso reale all'economia. Mai un Governo ha fatto sì che il lavoro e la famiglia fossero un punto cardine della vita della Nostra Illustre Nazione anzi, le norme prodotte, hanno, nel tempo, penalizzato l'industria reale. Anche il risparmio non è stato tutelato. Il diritto o il dovere di avere un'abitazione è diventata una pia illusione. Il diritto allo studio è una cosa secondaria così come la tutela della vita. Questione assai più grave: hanno disatteso i principi Costituzionali. Il tutto è servito a favorire questi signori che negli anni hanno monopolizzato il sistema nel suo insieme. Nemmeno coloro che erano, negli anni settanta i titolati alla tutela delle classi lavoratrici hanno tutelato il principio del lavoro e della famiglia, anzi, hanno avallato delle scelte che oggi sono deprimenti e criminali verso un popolo sempre più circuito da falsi miti e da impossibili miraggi.
Oggi, a differenza degli anni sessanta e settanta, il cittadino è impossibilitato a formare una famiglia. Quando uno Stato impone una tassazione pari al 60% per il cittadino e al 73% alle piccole e medie aziende inclusi artigiani, piccoli e medi commercianti, liberi professionisti agricoltura compresa, non può pretendere che il popolo sia in grado di formarsi una famiglia né tanto meno fare dei figli. Oltre a ciò, abbiamo contratto gli stipendi al massimo ribasso, il tutto grazie alle multinazionali che stanno depredando l'economia nazionale con la formula: i debiti in Italia, gli utili all'estero. Queste politiche di non economia, hanno facilitato un'immigrazione senza controllo, dove il mercato del lavoro è divenuto il mercato delle vacche. Le condizioni sociali invece di migliorarle sono peggiorate così come la ricchezza, invece di essere diffusa è posseduta da poche persone o meglio, da delle dinastie arcaiche sempre più opprimenti.
Se negli anni abbiamo creato delle periferie-ghetto, lontane dai servizi essenziali, nel contempo, i vari Governi che si sono succeduti dalla metà degli anni ottanta sino ad oggi, hanno depotenziato i servizi pubblici a favore delle case automobilistiche in specie quelle italiane oggi possedute da una sola dinastia. Tutto ciò ha creato una condizione di vita oggi impossibile. Oggi per entrare in città dalle periferie bisogna parare un salvacondotto il tutto in favore della nuova ideologia green. Questi sono altri costi che si aggiungono alle famiglie e ai lavoratori. Meno servizi pubblici più bonus per le nuove auto morale: più tasse per i cittadini. Un film già visto negli anni precedenti.
Il diritto alla casa è stato abbandonato quando i Governi hanno eliminato la "Riforma Fanfani, le famosissime case riscatto." Al posto della riforma hanno creato degli enti inutili e dispendiosi, i quali, sono stati negli anni dei veri e propri centri di potere utili solo ai partiti e ai sindacati. Questi enti hanno distrutto un patrimonio pubblico immenso e hanno creato tutta una serie di corrutture di vaste proporzioni. Lavori dati in affidamento a ditte compiacenti le quali non hanno quasi mai svolto i lavori in arte e coscienza. I risultati sono abitazioni fatiscenti e decadenti.
La sanità, con la modifica del " Titolo Quinto della Costituzione, legge Bassanini "  ha distrutto un servizio capace di garantire le esigenze dei territori e delle loro popolazioni. Se inseriamo nel comparto sanitario un continuo taglio di risorse, possiamo comodamente osservare la decadenza del settore sanitario pubblico a beneficio di una sanità privata con costi verso la comunità indecenti per una Nazione come la Nostra. Se questa non è miopia governativa come la possiamo chiamare? Negligenza e abbandono dei principi cardini della Nostra Costituzione. Il peggio è: un continuo aumento della spesa sanitaria con una diminuzione dei servizi erogati o peggio, erogati male. Nel contempo il debito pubblico aumenta.
La scuola. Quando in un comparto così delicato, in quanto è la fucina delle generazioni future, è entrato un certo modello politico, noi abbiamo assistito al decadimento dei valori dell'insegnamento. Quando il diritto allo studio è stato sovvertito dal diritto di avere un diploma o una laurea a tutti i costi, che tu sia meritevole o non, noi abbiamo creato una società basata sull'apparire e non sull'essere, questo è quello che stiamo osservando tramite i social, dove apparire può essere fonte di guadagno facile mentre, l'impegno di essere diventa un elemento oneroso e secondario. La scuola ha abbandonato la sua funzione primaria e cioè: quello di preparare dei cittadini capaci sia sotto l'aspetto professionale che intellettuale. A volte un buon saldatore vale di più di un ingegnere incapace. Non tutti gli esseri umani sono uguali, questo è il bello della vita, tutti devono avere pari dignità a prescindere dal lavoro che svolgono. La società è come un cantiere edile, tutti sono utili affinché la costruzione venga completata secondo crismi giusti e corretti. L'ingegnere così come l'architetto o il geometra non servono se non esistono i manovali e i muratori, per non parlare dei capomastri, tutti hanno pari dignità in quanto hanno collaborato per edificare la costruzione. In questo marasma, lo Stato con i suoi Governanti ha delle responsabilità enormi. Quando uno Stato indice delle gare d'appalto al massimo ribasso per risparmiare, innesca un meccanismo di svalutazione del valore del lavoro. Nel contempo aumentano i meccanismi fraudolenti, che questi siano di evasione fiscale o di infiltrazioni mafiose nelle opere che queste siano pubbliche o private. Il lavoro con queste condizioni viene svalutato con paghe misere ed insufficienti, non dignitose per un essere umano, nel contempo, diamo la possibilità alle organizzazioni mafiose di aumentare i propri profitti forse legalmente. Un connubio che non facilità la formazione di una famiglia.
La moneta o denaro. Uno strumento nato per facilitare gli scambi commerciali e per aumentare i consumi. Fino a quando fu gestito con logiche di economia reale, questo strumento ha favorito la crescita ed il benessere anche se, il potere dell'emissione è sempre stato detenuto da un'oligarchia di banchieri, i quali, hanno determinato la vita o la morte di milioni di persone. Grazie a questa oligarchia sono scoppiate delle guerre sanguinose capaci di generare genocidi mondiali. Quando si riuscì, dopo la crisi economica del 1929, ad imporre dei limiti speculativi scoppiò la seconda guerra mondiale un affare molto lucrativo per i detentori reali della moneta. Oggi stiamo vivendo una guerra senza armi eccetto quella Russa-Ucraina dove anche lì, gli interessi economici sono superiori alle vite umane.
Questi signori della moneta sono coloro che detengono il potere delle banche e delle economie mondiali. Le banche da loro gestite e create ad arte, hanno e stanno gestendo i proventi delle mafie. Questo è un capitolo che affronteremo in una seconda relazione, nel mentre, sempre questi signori, gestiscono della moneta che ha un valore nominale-concordato-convenzionale che al momento della sua emissione non ha un reale valore se non quello della stampa. Eppure, i popoli, tramite i loro Governi, acquistano carta in cambio di debiti sempre più inesigibili. Perché tutto questo? La risposta per certi versi è semplice, il cittadino diventerà suddito, persona non pensante ma ubbidiente. Loro si vogliono dimostrare anche magnanimi: ti tolgo i debiti e tu in cambio mi dai le tue proprietà, io in cambio ti faccio vivere con le mie regole. Se questa sarà la società futura, noi non avremo più il diritto di votare. I nostri diritti saranno aboliti e si creerà Il nuovo medioevo futuro antico.
Abbiamo la possibilità di ostacolare questo progetto criminale? Certamente sì, l'unica condizione è avere il coraggio di cambiare.

Mauro Biolcati, Segretario Politico Nazionale del Partito Unione Nazionale Italiana.

Cosimo Damiano Cartellino, Presidente del Partito Unione Nazionale Italiana.