L'Italia è uno Stato unico e indivisibile

L'Italia è uno Stato unico e indivisibile, così diceva qualcuno durante la sua attività politica prima che questa fosse esercitata dai banchi dell'opposizione o, durante i vari comizi elettorali. Oggi, forse, non è più così. Per tenere unita una certa maggioranza, si è disposti a mercanteggiare con alcuni componenti della stessa coalizione. Questo è avvenuto al fine di non far perdere la faccia a dei Governatori di alcune Regioni che avevano promosso il referendum sull'autonomia.

Articolo 5 della Costituzione: La Repubblica, unica e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Molti hanno frainteso le parole di questo Nobile Articolo. Riconoscere e promuovere le autonomie locali non vuol dire dividere l'Italia ma, essendo i Padri Costituenti, Nobili nel Loro Pensiero, hanno certamente inteso: diamo spazio alle amministrazioni locali al fine di dare un ampio respiro all'economia locale con delle leggi ad hoc. Molte aree della Nostra Penisola vivevano delle situazioni depresse, dove l'economia per via di alcune congetture non riusciva a decollare. Per fare questo hanno introdotto alcune agevolazioni economiche e fiscali al fine di dare respiro alle stesse aree depresse. Per fare ciò e, per snellire i vari progetti, serviva e serve un certo decentramento comunque sia, sempre col controllo dello Stato Centrale. Grazie a queste iniziative, alcune aree del nord come in altre aree si è potuto implementare un certo insediamento produttivo, con queste iniziative si sono creati posti di lavoro e del benessere economico. C'è da precisare che non tutte le aree del Paese hanno reagito in egual misura, anzi, molte di queste aree sono ancora arretrate sotto tutti gli aspetti. Una colpa di questo arretramento lo si deve anche alla mala gestione della politica sia locale che nazionale.

Perché Noi del Partito Unione Nazionale Italiana affermiamo che creare un federalismo decentrato, così come è stato studiato, non sia la strada migliore per risolvere dei problemi fermi da tempo e mai risolti. Perché, prima di pensare al decentramento frazionato, bisognerebbe studiare l'articolo 3 della Nostra Costituzione che dice così: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti la legge, senza distizione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

E' qui che casca il politico pressapochista. L'articolo 3 della Costituzione Italiana è preciso: è la Repubblica e quindi lo Stato Centrale che si deve impegnare con delle politiche economiche fiscali, affinché si possono rimuovere gli ostacoli di ogni ordine e genere per dare dignità al cittadino ma prima ancora all'uomo nel suo insieme. Non è certo facendo una riforma federale, se così la vogliamo chiamare, nel caso in specie riforma federalista maccheronica, che possiamo rimuovere gli ostacoli che impediscono al nostro popolo di avere una vita dignitosa. Molti sono gli ostacoli che i vari Governi hanno imposto al Popolo Italiano. Tutto ebbe inizio dal 1981 ma, il fulcro dell'inizio del declino lo possiamo collocare dal 1992 sino ai giorni nostri. Molti sono i governi che si sono succeduti ma nessuno e, Noi del partito Unione Nazionale Italiana lo ribadiamo con gran forza e coraggio, si sono impegnati al fine di rimuovere gli ostacoli che di fatto hanno impedito al Nostro Popolo di emanciparsi e di rendersi compartecipe della vita, economica, sociale e politica dell'Italia. Anzi, le questioni primarie sono peggiorate, la povertà aumenta e dilaga, da fonti ISTAT si dice che 5.800 milioni di cittadini italiani vivono in povertà assoluta e che 8.000 milioni circa, vivono una condizione di povertà relativa. A fronte di questa sempre più crescente emergenza sociale, il Governo attuale promuove l'autonomia differenziata. Questa riforma è palesamente in contrasto con l'articolo 3 della Nostra Costituzione, invece di abbattere gli ostacoli di ogni grado si vanno ad accentuare le differenze. Non è vero che al nord tutto funzioni bene, anzi, se noi prendiamo per esempio la sanità, potremmo osservare che il tutto si sta spostando verso il privato, questo sistema ha di fattoaumentato i costi e differenziato le persone. Chi ha i soldi si può curare e chi ne è sprovvisto non può accedere alle cure se non intasando i pronto soccorsi. Se già nelle Regioni dette virtuose esistono delle differenziazioni tra i cittadini che le abitano, perché andare ad aumentare il divario già evidente e mai sanato? Invece di essere solidali ed efficienti con l'uso della sussidiarietà noi andiamo a penalizzare intere aree del Nostro Paese.

Invece di rimuovere gli ostacoli sociali ed economici i vari governi dal 1992 sino ad oggi li hanno aumentati. Le paghe sono letteralmente inadeguate e più delle volte insufficienti per condurre una vita dignitosa. Forse le colpe di questo disastro le possiamo ritrovare in quel sistema che lo Stato, per primo, ha fatto degli appalti carne da macello con la consuetudine del massimo ribasso. Questa consuetudine è stata assunta anche dalle multinazionali e dalle grandi aziende italiane che più delle volte operano nelle Regioni del Nord. Sappiamo che al Sud, per via di alcune congetture, il lavoro è basato sullo sfruttamento e sulle intimidazioni. Quando qualche onesto Magistrato o funzionario di Stato ha cercato di arginare tale fenomeno è stato fermato ed in alcuni casi ucciso.

I bassi salari sono una conseguenza dettata da un mercato fuorilegge agevolato da governi di centro sinistra e da governi di centro destra. I primi inneggiavano al mercato libero in quanto la concorrenza avrebbe fatto diminuire i costi dei servizi, cosa che non è mai avvenuta, anzi, i servizi un tempo gioielli di Stato, sono stati saccheggiati e gli stessi servizi sono peggiorati in compenso, i costi sono aumentati. Invece nei governi di centro destra, qualche Ministro osava dire che il mercato è intelligente e che, in certi momenti, è in grado di autogestirsi. Tutti e due i presupposti hanno fallito. Anzi, nel 2011, il governo d'allora sostenuto da una maggioranza variegata ha di fatto introdotto nella Nostra Costituzione il pareggio di bilancio, un elemento voluto da quei mercati, gestiti da una Gerontocrazia Finanziaria che, per indebitare ancora di più gli Stati sovrani, hanno voluto e preteso che gli stessi Stati fossero paragonati ad un'azienda. Lo Stato per sua natura non è un'azienda, e i Nostri Padri Costituenti lo sapevano perciò hanno studiato e scritto e inserito l'articolo 3 nella Nostra Costituzione.

Noi del Partito Unione Nazionale Italiana, siamo decisamente contrari a questa riforma delle autonomie differenziate. Noi diciamo che prima si devono effettuare altre riforme vedi: fisco, contrattazione salariale e costo del lavoro e tante altre. Dare delle risposte certe per la salute, ridurre le differenziazioni tra i cittadini che questi vivano al Nord, al Centro o al Sud, il popolo italiano non è diverso per via del posto dove vive. Noi del Partito Unione Nazionale Italiana chiediamo che le multinazionali che siano italiane o straniere, che paghino le tasse allo Stato Italiano e che non siano veicolo di sfruttamento, che questo sia umano o economico. Gli italiani pur di curarsi hanno speso nell'ultimo anno circa 53 miliardi di euro. L'inflazione sta minando milioni di famiglie e per sopravvivere gli italiani stanno erodendo mese dopo mese i propri risparmi. Continuando di questo passo, altri milioni di soggetti entreranno nel tunnel della povertà assoluta.

Le soluzioni esistono e sono già contemplate nella storia dell'uomo. Come abbiamo già scritto: Oggi più che mai, serve il coraggio della paura, senza di questo non potremmo mai far valere i diritti inviolabili ed indissolubili della vita umana. Chi Governa uno Stato come l'Italia, deve avere il coraggio di contrastare energicamente certe prese di posizioni che l'Europa sta assumendo. Noi non abbiamo alcun diritto di impoverire il popolo anzi, abbiamo il dovere di rimuovere gli ostacoli economici e sociali del Nostro Amato Popolo. Se per fare tutto ciò serve il coraggio della paura lo si deve avere e si devono affrontare tutti i rischi che comporta. Se questo non dovesse accadere, inutili ed invani sarebbaro state le morti di Nostri Statisti ed Economisti che hanno avuto il coraggio di dire NO.

Cosimo Damiano Cartellino Presidente del Partito Unione Nazionale Italiana.  

Mauro Biolcati Segretario Nazionale Dipartimento di Economia e Finanza del Partito Unione Nazionale Italiana.


N.B.: E come recita un vecchio proverbio: Il lupo perché il pelo, non il vizio.

L’Italia non è una Repubblica divisibile in nessuna parte del suo ordinamento giuridico

-----------
Caro lettore ti informiamo che il contenuto di questo articolo è stato inviato via pec al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera, al Presidente del Senato, al Ministro degli Interni.