L'uomo di buona volontà: cosa fare per un futuro migliore?

L'uomo di buona volontà: cosa fare per un futuro migliore, da speranza, libertà, uguaglianza e legalità, il cittadino al centro della società come essere libero e pensante.

Un'organizzazione si definisce tale in quanto abbia regole certe e definisca obiettivi di medio periodo, qualsiasi struttura sociale che essa sia, Stato, Regione; Provincia o Comune, deve dotarsi di organi competenti e leali, uomini e donne di buona volontà, dediti al bene comune e generale, solo così, l'organizzazione o le organizzazioni possono progredire per un futuro migliore e prospero, dove l'uomo, inteso come essere vivente, pensante, promulgatore, portatore di idee, possa essere l'elemento di congiunzione tra i vari soggetti che compongono la società o l'organizzazione. Tale congiunzione deve o dovrà favorire gli scambi e gli interscambi, sia economici che umani, religiosi e culturali, di progresso e rispetto, tutto per facilitare la Vita e il Procrearsi di questa.

In questo quadro occorre un progetto " politico sociale-economico" ovvero, sapere chi siamo, cosa vogliamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. L'uomo di buona volontà, deve e desidera collocarsi nella società religiosa e civile del nostro tempo, così e solo così, esso potrà definire una identità politico-strategica, che permetterà ad esso ed ad altri che abbiano il medesimo obiettivo, di individuare obiettivi a medio e lungo termine, il tutto per dare senso ad una società definita civile. Il raggiungimento di tale traguardo deve e dovrà essere un punto condiviso da tutti coloro che si definiscono: Uomini e Donne di Buona Volontà.

Nel terzo millennio, le società odierne, suddivise in Stati Riconosciuti e non, vivono una condizione di guerra continua e totale, la quale, definisce i limiti dei popoli e delle democrazie, quindi, l'uomo e le donne di buona volontà dove vogliono collocarsi? Oggi, più che mai, l'uomo in generis, non produce quegli anticorpi atti e necessari per impedire un'eutanasia strisciante di se stesso. Il demandare ad altri il compito di gestire la democrazia ha diffusamente imposto al popolo la tirannia gerontocratica-finanziaria, la quale, a dispetto delle più elementari leggi umane e di vita, ha imposto una condizione di sudditanza. Un popolo straniero impone ad un popolo sovrano il suo volere però, il più delle volte, il popolo impositore è governato da coloro che detengono il vero potere, un potere detenuto da organizzazioni senza Stato e senza confini. Queste realtà impongono il loro volere con mezzi a prima vista non violenti, ma, molto più micidiali di un'arma da fuoco, questi nuovi strumenti condizionano la vita altrui, quella dei meno fortunati, con privazioni, miserie, sudditanze e paure.

Gli uomini e le donne di buona volontà, vivono nella vita sociale e sono partecipi degli eventi nel suo insieme. Essi sono operai e professori, impiegati e liberi professionisti, artigiani, piccoli o medi imprenditori, sacerdoti e studenti, donne e madri. Questi uomini e donne, possono dire e fare molte cose nuove e diverse. Trasmettere un messaggio alla coscienza ed alla sensibilità di tutti noi, in questa generale crisi di spirito dell'uomo occidentale, questi uomini e donne di buona volontà, possono proporsi come alternativa alla crisi delle ideologie tradizionali.

La generale situazione di crisi che il mondo occidentale sta vivendo, specie quello europeo, dipende da una miriadi di situazioni ed eventi che, sempre più spesso, influenzano i principali sistemi socio-economici-politici e che, purtroppo la società italiana li rispecchia nella sua più totalità. Anche l'imposizione di alcune regole europee, vedi la moneta unica ed altro, hanno accelerato la crisi identitaria dei popoli sovrani.


L'avvento dei nuovi sistemi economici e delle nuove tecnologie, lo sviluppo accelerato dell'innovazione ed un accresciuto senso di ( apparente ) libertà e di autonomia dell'uomo, hanno messo in crisi il precedente sistema tradizionale, creando di fatto un nuovo periodo sociale non prevedibile per ampiezza e durata.

La caduta delle ideologie ha spazzato alcuni miti dell'ottocento che contrastavano la coeva imposizione delle tradizioni. Venuta questa si è visto, nel frattempo delle trasformazioni molto profonde. Oggi tutti noi, viviamo in un sistema variamente sfaccettato, dietro al quale, manca una concezione filosofica-umanitaria e, se vogliamo, anche religiosa che impedisce di fatto una strategia di lungo termine. Una sempre maggior conflittualità, che in alcuni casi, si trascina da decenni in alcune parti del mondo, ed in altri casi recenti, anche nei nostri confini, anche se questa/e spinta/e da profonde motivazioni, viene più delle volte motivata con la diversità tra esseri umani, e le superiorità di alcune fedi religiose ne fanno da cassa di risonanza. Oltre a ciò, dobbiamo inserire l'ideologia delle diversità socio-economiche dei vari soggetti, gli stessi soggetti facenti parte della società stessa. Benché l'arroganza di queste logiche sia sostenuta da gruppi minoritari, ma, nel contempo agguerriti, sono in grado di provocare un diffuso malessere sociale che penetra nelle coscienze dei singoli individui. Le quali ideologie minoritarie, distruggono fortemente le certezze e le aspettative, soprattutto nel mondo occidentale. Tale nuovo sistema, ha perduto i suoi tratti tradizionali, ha scolorito i propri connotati umani e sociali, nonché quelli religiosi, non si fonda più sulla famiglia naturale, tradizionalmente concepita come fondamento della società umana ma, con l'abusare e lo storcimento della parola Amore, si cerca di cambiare le abitudini ed i rispetti altrui, le tradizioni ed il naturale concepimento, il bene diventa uno strumento di contrasto e non di unione.

Si avverte una continua erosione dei valori di base, fondati sulla tradizione, sulla cultura e sulla continuità storica che hanno fin qui rappresentato i pilastri della società così come l'abbiamo conosciuta e tramandata.

Le risorse finanziarie e tecnologiche si possono esportare in tutto il mondo, ma non si esporta la cultura che dovrebbe fare di queste risorse uno strumento e non, invece lo strumento di diversificazione tra gli uomini e le varie società. Resta sostanzialmente l'esercizio del potere che ne deriva da tale posizione.

Di certo è un momento di transizione anche se, a ben vedere, ogni periodo storico è di transizione e non c'è mai una fase di stasi o di equilibri. Anche nelle fasi più drammatiche della storia umana, l'uomo di buona volontà è riuscito a coagularsi e a dare delle risposte incisive e profonde, eppure, se differenti per idee, razze e religioni. hanno lottato e combattuto per la salvaguardia del genere umano, condannando i genocidi e le stragi di massa; vedi la seconda guerra mondiale e lo sterminio degli ebrei, oggi, invece, prevale il profitto e l'egoismo, i quali, producono le divisioni tra la gente. Le contestazioni che tutti noi potremmo formulare nei confronti dell'attuale sistema economico sociale, si fondano sostanzialmente sull'egoismo che il mondo occidentale ha attuato e cioè: " il profitto", per attuare il quale, si sono attuate mille forme di discriminazioni, finalizzate tutte, ad avere il dominio economico e per poter sfruttare su scala mondiale più risorse, quelle naturali e quelle umane, portando di fatto al quasi esaurimento delle prime.

Pertanto, in alcuni casi sono legittime le critiche a questo sistema, perché esso è concentrato sui numeri e non sui valori umani ma, sulle regole dettate da pochi, le quali regole vengono imposte sui molti. Le occasioni di mercato sono in occidente, come i grandi centri di studio, di sviluppo e di innovazione, mentre le lavorazioni di minor pregio sono altrove, laddove la manodopera ha un costo minore. Ciò comporta una disomogenea distribuzione della ricchezza, creando una società dove i ricchi sono sempre più ricchi e dove i poveri sono sempre più poveri. Nell'era del terzo millennio, sono imminenti gli antichi spettri della fame e della sete, della povertà e delle malattie, tutto ciò perché il potere politico, ma soprattutto quello economico-sociale, è gestito da pochi soggetti.

In un'era come la nostra, l'uomo possiede tante ricchezze, ma, nel contempo, non è riuscito a distribuirle equamente, al punto tale, che la gran parte della popolazione mondiale stenta a raggiungere livelli minimi di sopravvivenza. Peraltro, al benessere della società tecnologicamente più evoluta, si oppone la solitudine esistenziale dell'uomo, privo di certezze, disorientato dai crescenti vincoli di un tecnologia in fortissima ed incontrollabile espansione. Questo uomo moderno è in preda a dei forti e sempre più convincenti dubbi, così profondi che mettono in dubbio il futuro dell'uomo stesso. A noi uomini, figli dei nostri padri e madri, hanno insegnato che i bravi a scuola saranno bravi nella vita, che il male non paga, che occorre essere onesti, che le leggi sono fatte per regolare i rapporti tra uomini nell'interesse di tutti, che la violenza è l'ultima sponda dell'ignoranza e dell'inciviltà, che i cattivi vanno puniti e i buoni esaltati, che il progresso, se ben gestito, è benessere, che gli uomini sono eguali e che la Vita è Sacra.

Tante belle parole, usate e abusate da coloro che promettono e che, sistematicamente non mantengono mai, perché il profitto e l'egoismo personale prevale sull'interesse generale. Per questo motivo constatiamo che: la cultura serve a poco e persino in alcuni casi ti emargina; l'onestà non alimenta la riuscita nel lavoro ma spesso è fonte di guai. Le leggi sono sovente fatte nell'interesse di chi le fa; la violenza è una regola comune, propagandata ed esercitata in mille forme, dalle più sottili a quelle più clamorose; i buoni passano per stupidi e i cattivi per furbi; il progresso non porta benessere per tutti, ma, solo per alcuni; gli uomini non sono eguali ma diversi, a secondo della loro ricchezza. La Vita è Sacra solo per sé stessi, per il resto non conta nulla.

L'homo novus non è ancora all'orizzonte, perciò i gusti di questa società sono evidenti.


Mauro Biolcati, Segretario Politico Nazionale del Partito Unione Nazionale Italiana.

Cosimo Damiano Cartellino, Presidente del Partito Unione Nazionale Italiana.       


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