NO ALLA GUERRA

L’Italia non è e non sarà in guerra a meno di improbabili sviluppi della crisi ucraina. Di conseguenza le elezioni della prossima primavera non verranno rinviate. Tanto più che per un rinvio non basta la dichiarazione dello Stato di emergenza: come è successo durante l’emergenza di volta in volta le elezioni amministrative sono state fatte slittare con un provvedimento normativo. Per far scattare il rinvio delle elezioni occorrerebbe che il nostro Paese fosse pienamente coinvolto nella guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’ex repubblica sovietica che anela a diventare europea e a entrare nella Nato. Cosa che al momento è del tutto da escludere.
Non è tutto. Uno stato di emergenza di fatto è collegato anche alla decisione del governo Draghi di autorizzare fino al 31 dicembre 2022 la vendita di armi alle autorità ucraine, in deroga alle disposizioni della legge 9 luglio 1990 che vieta «l’esportazione e il transito di materiali di armamento verso i paesi in stato di conflitto armato».