Senza passato, nessun progresso e ombre all’orizzonte

Tra nuove scoperte e vecchie ipotesi, siamo al centro della scienza e della conoscenza in un continuo divenire di conferme o ancora più interessanti falsificazioni; l’obiettivo di scoprire e conoscere e ricordare il passato ha a che vedere con la nostra identità, con l’aderenza al reale e con la libertà.  

di Elettra Nicodemi

In un periodo di perdita di valori e di perdita di orizzonti di significato, il presidente Damiano Cosimo Cartellino ricorda a tutti un vecchio adagio: Senza conoscenza del passato non possiamo progredire. La saggezza sulla conoscenza dei tempi remoti non passa mai di moda e continua a essere attuale infatti può aiutarci a prendere di mira le cose importanti, insegna quali siano le priorità su cui agire e quali le cose su cui si può tergiversare o indulgere senza correre rischi di inettitudine.

Tra le nuove scoperte che abbiamo notato felicemente ci sono quelle che riguardano la paleontologia le quali continuano a stupire e vengono avanti goccia a goccia, delineando a poco poco uno scenario maggiormente dettagliato sulle creature e sull’habitat terrestre al tempo dei dinosauri così come da recenti pubblicazioni che abbiamo seguito, sulla spiegazione in merito agli eventi che hanno determinato l’estinzione dei dinosauri.

L’importanza di queste scoperte, così come la necessità di parlare di questa parte della conoscenza umana, ovvero la cosiddetta preistoria, richiama un tratto fondamentale della nostra quotidianità, in altre parole permette la riflessione sulla decisiva questione che riguarda il prendere sul serio la cronaca, lo sviluppo dei fatti e il loro racconto. Pensiamo all’importanza del pesare gli eventi che riguardano le nostre vite e la nostra libertà personale, come quella ad esempio sancita dalla Costituzione e costantemente a repentaglio, data ad esempio la mancanza di un leader politico eletto democraticamente, così come nello scenario che si delinea di fronte ad abusi di potere che mettano a tacere nel nostro caso la Costituzione della Repubblica Italiana.

Di tutto quello che è accaduto prima dell’invenzione della scrittura sappiamo poco o nulla a parte queste sensazionali scoperte di cui abbiamo accennato che, interpretate attraverso studi che incrociano tra loro varie competenze, permettono di trarre informazioni da dati significativi; per il resto non abbiamo altro che preistoria, fatti accaduti prima dell’uso della scrittura, cose che non conosciamo e che possiamo ipotizzare, di cui si possono trovare evidenze, ma non testimonianze.

La scrittura ha un duplice sentiero, uno quello di narrare i fatti che accadono, uno quello di sancire linee di comportamento per un popolo, per una nazione, per l’uomo.

Cerchiamo di ricordare dunque da dove esce fuori la nostra Costituzione e quanto sia significativa l’importanza di rispettarla nel mentre cerchiamo di capire quanto sia fondamentale prendere posizione per cose che ci debbono stare a cuore, che non possiamo ignorare assolutamente, non solo per noi ma anche per la prossima generazione. Il riferimento naturalmente va all’appello recentemente rivolto al garante della Costituzione, ossia al Presidente della Repubblica Italiana da parte di Lettera 150, il think tank che riunisce centinaia tra intellettuali, accademici e magistrati. A proposito di questo appello ad attenzionare vicende di cronaca poniamo l’accento sulla preoccupazione che si verifichino rotture ingiustificate e gravi della legittimità costituzionale, a proposito cioè del fatto che la proroga dello stato emergenziale interferisce sulle elezioni regionali di settembre disposte da leggi ordinarie, sottolineando il fatto che lo stato di emergenza per pandemia è una grave circostanza che richiede misure immediate di intervento non compatibili con i normali tempi di elaborazione, ma che lo stato di emergenza deve essere caratterizzato dalla temporaneità, deve cioè essere di brevissima durata e essere al più presto sostituito da altre descrizioni, come ad esempio lo stato di calamità grave.

Indulgere su queste questioni porta con sé il rischio di espropriare il Parlamento dei suoi poteri legislativi, riducendolo a un organo che prende visione delle norme che il governo intende introdurre, ossia il rischio dell’instaurarsi in modo permanente di una dittatura.

Italia, 14 luglio 2020    

articolo scritto dalla nostra Giornalista, Dott.ssa Elettra Nicodemi

Capo Redattrice Ufficio Stampa Presidenza del Partito Unione Nazionale Italiana